Premi di produttività, dati incoraggianti dal Ministero

In materia di detassazione dei premi di produttività, il Ministero del lavoro comunica che alla data del 13 gennaio 2017 sono state compilate 18.716 dichiarazioni di conformità, redatte secondo l'articolo 5 del DM 25 marzo 2016. Dei 18.716 contratti depositati, 14.597 si propongono di raggiungere obiettivi di produttività, 10.911 di redditività, 8.333 di qualità (Comunicato 16 gennaio 2017).

A seguito della pubblicazione del Decreto Interministeriale 25 marzo 2016, relativo alla detassazione dei premi di produttività, il Ministero del Lavoro ha reso disponibile la procedura per il deposito telematico dei contratti aziendali e territoriali. Il 15 luglio 2016 era il termine per effettuare l'invio dei modelli relativi agli accordi sottoscritti nel 2015.
Il numero di contratti aziendali e territoriali sottoscritti per beneficiare della detassazione al 10% dei premi di produttività continua a crescere secondo i dati raccolti da maggio 2016 al 13 gennaio scorso: 18.716, infatti, risultanole dichiarazioni di conformità compilate, redatte secondo l'articolo 5 del DM 25 marzo 2016, di cui 11.499 si riferiscono a contratti sottoscritti nel 2015.
Dei 18.716 contratti depositati, 14.597 si propongono di raggiungere obiettivi di produttività, 10.911 di redditività, 8.333 di qualità.

Il Governo ha incentivato la contrattazione in oggetto anche nella legge di Bilancio di quest’anno. Vengono rese più ampie le maglie per l’accesso al beneficio, con la previsione di un limite più elevato, pari a 3.000 euro lordi (non più 2.000 euro), quale importo complessivo dei premi di risultato legati ad incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione, assoggettabili all’imposta sostitutiva del 10%. Analogamente, per le aziende che coinvolgono pariteticamente i lavoratori nell'organizzazione del lavoro, il predetto limite è aumentato da 2.500 a 4.000 euro. Infine, la soglia reddituale del lavoratore riferita all’anno precedente quello di percezione dei premi, oltre la quale non è consentito l’accesso al beneficio, è incrementata da euro 50.000 ad 80.000.