Prassi - SENATO DELLA REPUBBLICA - Comunicato 09 marzo 2017

Contrasto povertà e riordino prestazioni sociali: approvato definitivamente in Aula

 

Con 138 voti favorevoli, 71 contrari e 21 astenuti, l'Assemblea, nella seduta antimeridiana di giovedì 9 marzo, ha approvato definitivamente il ddl n. 2494, recante norme relative al contrasto della povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali.

Il testo è stato incardinato nella seduta pomeridiana di mercoledì 1. La relatrice di maggioranza, senatrice Annamaria Parente, ha ricordato che la legge di stabilità per il 2016 ha previsto un piano nazionale per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale e ha istituito un fondo, che ha attualmente una dotazione superiore a un miliardo di euro. La relatrice di minoranza, senatrice Nunzia Catalfo, ha evidenziato che l'aumento della diseguaglianza è correlato alla flessibilità del mercato del lavoro e ha ricordato le linee portanti della proposta del Gruppo sul reddito minimo di cittadinanza.

Nella seduta antimeridiana di giovedì 2 si è conclusa la discussione generale. Nella seduta pomeridiana del 7 marzo si è conclusa la votazione degli emendamenti.

L'articolo unico del provvedimento - si legge nel comunicato di seduta di mercoledì 1 marzo - delega il Governo ad adottare entro sei mesi più decreti legislativi per introdurre una misura di contrasto della povertà assoluta, denominata reddito di inclusione; per riordinare le prestazioni di natura assistenziale; per rafforzare e coordinare gli interventi dei servizi sociali garantendo in tutto il territorio nazionale i livelli essenziali delle prestazioni. I principi e criteri direttivi della delega affermano che il reddito di inclusione deve essere una misura unica a livello nazionale, di carattere universale, subordinata alla prova dei mezzi e all'adesione a un progetto personalizzato di inclusione, articolata in un beneficio economico e in una componente di servizi alla persona. Per beneficiare della misura sarà previsto un requisito di durata minima di residenza nel territorio nazionale. E' previsto un graduale incremento del beneficio e dell'estensione dei beneficiari, da individuare prioritariamente tra i nuclei familiari con figli minori o con disabilità grave, donne in stato di gravidanza, disoccupati di età superiore a 55 anni.